domenica 1 gennaio 2012

Chess edizione italiana

Sono finalmente riuscito a vedere l'edizione italiana di Chess, al teatro Dante di Campi Bisenzio (FI): la produzione Hollywood Boulevard ha ottenuto i diritti ufficiali per l'edizione italiana, e lo spettacolo è stato interamente tradotto.
Quello a cui mi sono trovato davanti è uno spettacolo efficace, coinvolgente, al livello delle altre piu famose produzioni italiane.

Merano!

La storia è ispirata dalla storica partita mondiale di scacchi ai tempi della guerra fredda, dove concorrevano un finalista russo ed uno americano: intorno a questa partita si creava l'ennesima aspettativa da parte dei due governi, quasi come se la vittoria del campionato potesse essere l'ennesimo segno di supremazia all'interno del contesto storico che vedeva i due paesi l'uno contro l'altro, nel tentativo di primeggiare per tecnologia e supremazia "intellettuale".
La storia si svolge intorno ad Anatoly, il campione russo, Frederick, il campione americano, la moglie di Anatoly, Svetlana che viene abbandonata quando nasce una profonda storia d'amore con Florence, la moglie di Frederick; amore e passione si mischiano con la passione e il rispetto per gli scacchi e a sua volta con il disprezzo dei personaggi per le ideologie delle avverse fazioni.
La storia, per chi non la conosce, è un po' complessa, e il fatto che il musical sia quasi interamente cantato, può rendere alcuni passaggi non troppo facili da seguire: di grande aiuto la, seppur lunga, trama nei librettini di sala

Parliamo dello spettacolo in sè: non conoscevo l'originale, sono andato a scatola chiusa, ho trovato le musiche di Benny Andersson e Bjorn Ulvaeus (due degli ABBA) veramente coinvolgenti, passando dal melodico classico, al rap, al rock, in un continuo salto musicale da un genere all'altro, perfettamente sincronizzati con i cambi location dove si svolge la storia: musica davvero bellissima! Non conoscendo le liriche originali di Tim Rice, mi è difficile dare un giudizio sulle traduzioni italiane di Piercarlo Ballo: quello che posso dire è che le nuove liriche sono fluidissime, riescono a narrare molto bene gli eventi, non ho sentito nè banalità ne frasi "musicalmente inceppate" quindi, al di là della fedeltà all'originale, ho trovato le traduzioni molto gradevoli: non sembrava affatto un'opera tradotta (ennesimo esempio a parer mio che la cura e la passione nel lavoro di traduzione possono dare davvero ottimi risultati, e si vede subito quando invece i traduttori tirano via...)
La musica è suonata in maniera davvero eccellente rigorosamente dal vivo, da una band di 5 elementi: è davvero bello vedere una compagnia comunque a basso budget che offre musica dal vivo, quando le compagnie in tournee nazionale spesso girano ancora con le basi....

La scenografia di Jacopo Poli è costruita con dei cubi cavi e illuminati all'interno più una parte superiore che cambia secondo la scena da rappresentare; dentro ai cubi spesso si posiziona il coro, e i colori possono cambiano a seconda della scena: questo è ben sfruttato dal disegno luci di Marco Faccenda, bello ed efficace nel rendere anche le variazioni di atmosfera e di emotività, oltre che quelle di luogo. Ho trovato un vero peccato che la band non fosse in vista ma dietro, mi sarebbe piaciuto vederli all'opera e secondo me sarebbero stati benissimo anche all'interno dei cubi!
Le coreografie di Sarah Siliani sono belle e ben eseguite; sono proprio le coreografie piu che le scene, insieme ai costumi, a dare il senso del luogo dove si svolgono i fatti! L'unico difetto che presentano i ballerini, è che sono.."troppo" ballerini: in un musical devi cantare, anche se non con gran voce, anche se non sei microfonato, e c'è il coro microfonato che canta, ma non è bello vedere un folto gruppo di persone che ballano davvero bene, ma a bocca chiusa...

forence e anatoly






















Se dobbiamo fare alcune piccole note negative allo spettacolo sono forse note sulla regia, curata dallo stesso protagonista, Piercarlo Ballo; lo spettacolo è pieno di buone idee, qualche volta però alcune di queste non funzionano, non rendono per quello per cui sono state pensate, e registicamente andrebbero riviste e/o eliminate; qualche esempio: non capisco perchè, ma non solo in questo, in moltissimi altri musical, non si riesce a lasciare il personaggio solo in scena, mai. E' come se si pensasse che un personaggio da solo che canta un pezzo dall'inizio alla fine da solo, debba diventare noioso perchè in scena non accade nulla; ma in scena stanno accadendo un sacco di cose, il personaggio sta esprimendo, si sta muovendo sta crescendo, e bisogna stare attenti a non far perdere allo spettatore questi attimi distraendolo continuamente con altre cose! In nobody's side, Florence che canta è già tutto quello che serve, perche devono entrare due anonimi ballerini e ballare prima per conto loro e poi interangedo con lei? Perchè? distrae e basta.. e cosi sul soliloquio di Frederick alla fine del primo atto, perchè devono accendersi degli schermi in cui passano facce di vecchi giocatori di scacchi e messaggi... perchè? c'è già la rabbia di Frederick a riempire la scena!! Avete presente The wizard and I in Wicked?  niente in scena ma è cmq fortissima, o On my own e I dreamed a dream dei miserabili...
Questi monitor laterali poi, non mi sono granchè piaciuti... hanno un senso all'inizio quando devono introdurre alcuni momenti dello spettacolo ma quando c'è qualcosa in scena distraggono troppo, non servono proprio, tutto quello che serve potrebbe essere proiettato sul fondale, per pochi istanti, tipo miserabili, e poi via, questi schermi che di tanto in tanto si accendono infastidiscono; e poi il secondo atto che in certi punti è un po' lento e non sempre per necessità di storia, non so bene come ma andrebbe scorciato un po'...
Poi invece ci sono anche un sacco di belle idee, le interviste ufficiali/ufficiose di Molotok e Walter, i ballerini in bianco e nero che simulano la partita a scacchi durante lo scontro, il duetto delle donne, che cantano la stessa cosa senza guardarsi, insomma molte buone idee, qualcuna meno, come dicevo all'inizio, e si ha l'impressione che manchi qualcuno che dalla platea guarda lo spettacolo e dica "questo funziona/questo non funziona", ma credo che questo sia anche il bello di ricevere opinioni da chi vede lo spettacolo....
E' comunque da apprezzare l'impegno di metter su una roba cosi mastondontica facendo il protagonista, il regista e il traduttore, quindi a Piercarlo Ballo vanno tutta la mia stima e i miei apprezzamenti.

saluti finali

Parlando invece del cast, oltre ad applaudire i bellissimi cori dell'ensemble, vorrei soffermarmi sui principali protagonisti; Anatoly (Piercarlo Ballo) ha una bella voce, sicura in tutte le esecuzioni, e in grado di trasmettere le giuste emozioni, confermate dalla postura, di un personaggio sicuro e deciso, ma capace di cedere alle emozioni come quello che interpreta: da migliorare invece i momenti recitati, dove a volte non convince come quando canta; Frederick (Emanuele Nardoni) ha sicuramente una voce  ed una presenza scenica adattissima al personaggio, e convincente nella recitazione; Florence (Alessandra D'Onofrio) ha dato una prova eccellente di sè: la voce ora melodica ora rock e potente, i ritmi, le intenzioni, la capacità di trasmettere con la voce tutte le emozioni e i contrasti del suo personaggio...bravissima; bravi anche Svetlana (Giulia Gazzeri) e Molokov (Maurizio Capuana), sicuri nella voce e nell'interpretazione.

Complessivamente questa edizione italiana di Chess è veramente uno spettacolo meritevole di lodi e di successo, mi auguro fortemente che parta una tourneè cosi che in molti possano assistervi. Complimenti!


questo è il trailer dell'edizione di Chess originale in tourneè...

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