domenica 1 gennaio 2012

Pianeta proibito e 8 donne e 1 mistero

E’ ormai passata una settimana dalla fine di questo interessante festival, ma solo ora trovo il tempo di scrivere…. Che cosa è il Florence city musical? Si tratta di un festival organizzato
da due piccole compagnie indipendenti, la MagnoProg (già conosciuta per la prima edizione di Il pianeta proibito, return to the forbidden planet) e la Musaico Immaginario, che ha vinto il muscial day 2007 con il musical originale Draculea.
Il festival, svoltosi al teatro di Rifredi a Firenze, ha ospitato 3 musical, ma gli organizzatori sperano che sia solo l’inizio, e di avere ancora più spettacoli per la prossima edizione; vivendo in Toscana posso affermare che per quanto riguarda il musical non ci sono moltissime iniziative a vari livelli, e ho trovato encomiabile che produzioni indipendenti come queste abbiano trovato le forze di organizzare una così piacevole kermesse.
Ma veniamo agli spettacoli in scena, il primo era Draculea della Musaico Immaginario (www.draculea.it), che purtroppo non sono riuscito a vedere, poi Pianeta Proibito della MagnoProg e il nuovissimo 8 Donne e 1 mistero (sempre MagnoProg) che, a differenza dell’edizione uscita nei teatri italiani qualche tempo fa, era si ispirata alla commedia musicale dello scrittore francese Robert Thomas, ma mantenendo la colonna sonore originale del celebre dal film di François Ozon "8 femme".

Parliamo prima di PIANETA PROIBITO, spettacolo che avevo già visto alla sua prima l’anno scorso e quindi già recensito (trovate la recensione cliccando su “forbidden planet” sulla barra sinistra): lo spettacolo continua ad essere sorprendente, sia per lo sviluppo dell’idea originale che per la professionalità dell’allestimento.La storia è ispirata liberamente alla “Tempesta” di Shakespeare e, nella sua versione inglese, ha una colonna sonore composta da brani famosissimi anni 60-70 ricontestualizzati; in questo adattamento italiano di Roberto Perruccio ci troviamo davanti ad uno spettacolo pensato come un cartone animato, di cui troviamo i colori, le scenografie e gli “effetti sonori” (avete presente le martellate in testa nei cartoni, con i martelloni stile ACME?), con la colonna sonora affidata alle
versioni italiane delle stesse famose canzoni anni 60-70: per cui sentiremo cantare da “great balls of fire”, a Take another little piece of my heart, a “The Muppet Show” fino a Cuore di Rita Pavone!
Rispetto alla precedente edizione, ho trovato il cast molto migliorato (più o meno invariato nei ruoli),più sicuro e deciso, ho trovato scenografie ingrandite e più curate,  ho trovato nuove scelte musicali più adatte
ai ritmi e al contesto; insomma uno spettacolo più rodato e complessivamente di grande effetto; una scommessa riuscita.
Una nota di merito va alla band dal vivo, che ha accompagnato egregiamente tutto lo spettacolo, facendo ballare il pubblico sulle poltrone: è  interessante vedere come si riesca ad ottenere da una compagnia non famosa una cosa così fondamentale perlo più assente nei grossi tour.
Vi posto il trailer, così potete farvi un'idea...




Parliamo invece di 8 DONNE E 1 MISTERO, spettacolo che aveva la sua prima a questo festival; la serata è cominciata benissimo con i libretti di sala che, seppure spartani nella grafica, erano scritti in maniera davvero originale, con i curriculum del cast tutti descritti “in ambientazione” con i personaggi che avremmo visto in scena, cosa che contribuiva a far entrare nello spirito della serata;lo spettacolo, adattato da Roberto Perruccio racconta la storia di 8 donne, tutte legate tra loro da un uomo che viene assassinato: isolate nella casa, in stile “trappola per topi”, tutte sanno che l’assassina è una di loro e tutto lo spettacolo
si costruisce sull’accusa reciproca e la scoperta dei segreti e degli scheletri nell’armadio di ognuna di loro, con un finale che non svelerò ma che sorprende chi non ha visto il film.  8donne2
Lo spettacolo è diretto con grande maestria da Riccardo Giannini, che riesce a dare ritmo e corpo ad ogni singolo momento, con una serie di idee che possono più o meno piacere, ma comunque veramente curate e interessanti; ad esempio non mi è piaciuto molto il fatto che le canzoni vengano cantate sul proscenio, davanti ad una specie di sipario chiuso, come se fossero espressione dei sentimenti più nascosti del personaggio, uno stile che può ricordare leggermente “Chicago”: l’idea funziona bene a volte (è perfetta sul finale del primo atto), ma usata così tanto crea troppo stacco; inoltre toglie spazio alle coreografie e all’interazione tra i personaggi durante i momenti musicali; mi sono invece piaciuti
moltissimo momenti come la prima presentazione delle 8 donne, inscenata come una sfilata fuori dal contesto, ma che ci fornisce già un’idea delle contorte personalità delle protagoniste; mi è piaciuto molto l’
utilizzo di una parete trasparente se retroilluminata per la stanza del cadavere, per poter così giocare con i flashback quando si raccontano i dialoghi delle donne con l’uomo nelle ore precedenti l’omicidio; ho
adorato la scena del tango tra le donne e tutta la struttura della parte finale drammatica:  insieme al finale del primo atto sono due momenti veramente d’effetto; inoltre lo studio dei personaggi è veramente accurato e ognuna di queste donne è ben consapevole dei chiaroscuri della sua personalità, e Giannini è bravo nel farli emergere più o meno inaspettatamente nel corso dello show. Veramente un bella regia, per nulla copiata dal film, come spesso accade nelle trasposizioni teatrali, ma fresca e ben studiata.

backstageLe scenografie di Gianni Calosi sono concettuali e d’effetto: le quinte hanno la forma di una cornice, così che all’entrata i personaggi sembrano uscire da una sorta di ritratto, e il bianco acceso ovunque, quasi a ostentare una purezza che invece non c’è.
Le coreografie di Luigi Ceragioli erano un po’ semplici, rispetto a quelle del “Pianeta” che erano invece ben curate e di effetto: c’è da dire che muovendosi solo sul proscenio, le possibilità erano limitate (infatti il tango, giocato su tutto il palco, è un momento molto coinvolgente).
La colonna sonora aveva come unico difetto le basi musicali: diciamo che ero un po’ viziato dalla band del “Pianeta” e avevo fatto la bocca alla musica live, per quanto, essendo brani più orchestrali,  mi rendo conto che i costi della musica live possano diventare poco sostenibili per una compagnia piccola;
nonostante questo gli arrangiamenti di Dino Giusti avevano migliorato la qualità delle canzoni del film, che pur rimanendo non certo travolgenti (con l’eccezione di Pour Ne Pas Vivre Seul, che invece è molto coinvolgente), hanno assunto comunque un po’ più di spessore musicale; le traduzioni dei testi di Marina Melani erano scorrevoli e fedeli ai testi originali, a dimostrazione che con la competenza, ma anche con l’umiltà di rispettare quanto scritto dagli autori originali, si possono tradurre anche le colonne sonore senza stravolgere il senso o lo stile dell’opera come spesso accade.

Il cast: tutte le otto donne sono state stupefacenti, convincenti e sicure nei personaggi, sembravano recitare uno spettacolo già rodato, ben affiatate, ognuna attenta alle evoluzioni del proprio personaggio, nessuna troppo sopra le righe…  Un plauso particolare a Laura Ceccherini (Augustine), Nenè Barini (Pierrette) e Laura Bartelloni (Cathrine) per le loro interpretazioni così coinvolgenti e VERE (anche se per quest’ultima la parte musicale non mette molto in risalto le ottime doti canore, meglio apprezzabili nel “Pianeta”), a Sandra Nannini (Chanel) per lo struggente finale del primo atto, e anche a Paola Landi (Gaby), Rosanna Villanacci (Mamy), Marina Melani (Suzon), Yael Frare (Louise) che hanno dato prova di grande professionalità.

sfilata2

Mi è piaciuto molto quello che ho visto a questo festival, e spero che possa dare il la ad altre compagnie altrettanto brave ed altrettanto poco famose per riunirsi e contribuire l’anno prossimo a questa iniziativa di qualità.

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